Casita

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Ci sono oggetti con cui è amore a prima vista… appena li scopri, pensi “ecco era proprio così che lo volevo!”… ed è quello che mi è successo quando ho letto l’intervista su Mercatino dei Piccoli ad Adriana di Kid’s Modulor, in cui illustrava il suo primo progetto di arredamento, Casita. Adriana poi mi ha contattata e ora sono felicissima di presentarvi questo fantastico letto per bambini per cui avrei fatto carte false quando ero piccina.

Casita è una struttura letto a soppalco trasformabile ed estremamente versatile, è, infatti, pensata per seguire il bambino nelle diverse fasi di crescita rispondendo alle necessità di ogni momento. Dai 5 ai 9 anni il letto può essere fissato a 120 cm e coperto da un telaio per fissare il tessuto (ovviamente lavabile) e costruire la casetta, per poi passare a 150 cm quando il bimbo cresce. Lo spazio sotto al letto si presta come area gioco quando i bambini sono piccoli, spazio di lettura quando crescono; gli scalini sono dei vani dove riporre libri, giocattoli e avere tutto a portata di mano.

CASITA_2Ho chiesto ad Adriana di raccontarci di Casita ed è nata una simpatica conversazione su bambini, design e spazi di gioco.

Come sei arrivata alla creazione di Casita? cosa ti ha ispirato?

In realtà Casita non è solo una mia creazione, è un progetto condiviso. L’idea di fare un letto a forma di casetta è stata di mia figlia. Quando abbiamo iniziato a pensare al progetto lei aveva cinque anni, la tipica età in cui si passa dal lettino a uno più grande, si compra la scrivania per l’inizio della scuola, si cambia la stanza. Eravamo d’accordo sul fatto di progettare un letto a soppalco; lei adorava l’idea di dormire in alto, io di approfittare al meglio lo spazio della stanza. Un giorno, mentre parlavamo è arrivata a lei la scintilla. Desiderava tanto una casetta, uno spazio tutto suo dover poter giocare, e allora perché non fare tutte e due le cose insieme!.

Naturalmente da questa idea poi il letto si era sviluppato in molte forme. Volevo venire incontro al suo desiderio ma al tempo stesso non volevo investire su un letto ingombrante e di breve durata; la struttura doveva essere trasformabile. Poi osservandola mentre giocava mi sono resa conto che quello che lei usava per costruirsi le sue tane sul divano, tra le sedie, sotto il tavolo era una coperta, una tovaglia, un telo da mare… era sempre un tessuto. Allora l’idea ha iniziato a prendere la forma che oggi ha: un telaio con la base del letto spostabile con una copertura in tessuto facilmente rimovibile e lavabile, e che quando viene dismessa occupa poco spazio.

CASITA_3Come mai secondo te, in un paese come l’Italia, l’offerta d’arredamento a misura di bambino è limitata o comunque piuttosto standardizzata?

Be’ questa è una bella domanda!, Secondo me bisogna analizzare la situazione dell’infanzia in generale in questo paese. E’ paradossale che la patria di Maria Montessori, dove è nata la scuola che pone al centro l’autonomia del bambino, il paese dove si è sviluppato il modello di Reggio Emilia, abbia invece la cultura del protezionismo rispetto ai bambini. Credo che bisogna domandarsi quale è il modello culturale del genitore qui in Italia e soprattutto, mi permetto di dirlo, quello delle “mamme”, per cercare di comprenderlo. Una brava mamma italiana è quella che si sacrifica per i propri figli, che fa tutto per loro. Una brava mamma nei paesi nordici, invece, tanto per dare un esempio, è quella che insegna i propri figli a dipendere sempre meno da lei. Qui chiaramente entrano i modelli religiosi, ma è un argomento nel quale non voglio entrare. Secondo me il punto importante è che manca la cultura dell’autonomia del bambino, o peggio ancora, manca il riconoscimento del bambino come soggetto sociale, come cittadino; le due cose viaggiano insieme, sono una conseguenza dell’altra. Ecco perché non trovi da nessuna parte un fasciatoio, un menu bimbi, un area gioco dove trattenere ai bambini mentre si sta in banca o in qualsiasi altro posto, uno spazio dove mettere un passeggino nei mezzi di trasporto, ecc. In questo contesto l’offerta di arredamento per bambini è povera e non si pone molti interrogativi perché la domanda è altrettanto.

Comunque c’è da dire che qualcosa sta cambiando, si riconosce sempre di più uno spazio al bambino, forse solo per imitazione di altre culture ma è già qualcosa, e una nuova generazione di madri comincia a interrogarsi su molti aspetti legati al mondo dell’infanzia e a mettersi in discussione. Di conseguenza anche il design inizia a svegliarsi e a dare risposte a nuove esigenze.

CASITA_5Quali sono secondo te gli elementi da prendere in considerazione quando si progetta la camera di un bambino?

Io credo che la cosa più importante da considerare è il bambino. Questo sembra scontato, invece secondo me non lo è. La cameretta in generale rispecchia più i gusti della mamma e non quelli suoi. Il bambino raramente viene coinvolto nella scelta dei suoi arredi o decorazioni. Per il neonato questo può andare bene, non più per un bambino di cinque, sei anni. E’ sempre di più diffusa l’idea di “educare al bello”, che io condivido e credo che sia giusta, però molte volte dietro questa scusa si nasconde un sopraffare da parte dei genitori che risponde di più alle proprie esigenze e non a quelle dei figli. Sembra che si desidera arredare la stanza del bambino come se si stesse partecipando a una gara di interior design, come se questa, in qualche modo, ci rappresentasse. 

La stanza di un bambino dovrebbe consentire la sua libertà in tutti i sensi; da una parte, soprattutto per i primi quattro anni di vita, promuovendo la sua autonomia, aspetto fondamentale per un sano sviluppo psicomotorio, dall’altra facendolo partecipe del proprio spazio, dando valore alle sue idee ed esigenze. Dovrebbe essere bella, sì, ma soprattutto comoda, flessibile, soggetta a cambiamenti, dove i bambini possano appendere i propri disegni e lavori, dove possano costruirsi un’aeronave spaziale con cartoni o una tenda di campagna con quattro pali, insomma, uno spazio dove giocare veramente.

Da poco ho aperto una rubrica sul mio blog, in collaborazione con mamma logopedista, chiamata “Una casa kid’s friendly” dove tratto questo tema, non solo per quanto riguarda la cameretta ma per tutti gli ambienti di una casa. Vi invito a leggerla, mi farebbe molto piacere trovarvi da quelle parti!

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Se desiderate conoscere Adriana e ammirare Casita, entrambe saranno presenti a Kids Room Zoom durante il Fuorisalone altrimenti appuntamento sul blog di Kid’s Modulor.

 

 

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